LA SAGA DI nBA Live 2000

Dopo le prime esperienze con NBA Live '98 (molto bello) ed NBA Live '99 (molto brutto), nella seconda metà del 2000 è cominciata la mia avventura con NBA Live 2000. Qualche mese di rodaggio a capo della mia seconda franchigia preferita (i Boston Celtics), e poi il via ufficiale alla mia carriera di coach-manager-giocatore dei Miami Heat!

N.B.: purtroppo il monitoraggio dei campionati è cominciato solo ultimamente, quindi per i campionati più vecchi, come ben si conviene a tutti i reperti storici, le informazioni sono solo parzialmente complete.

1999-2000: 76-6
Si comincia con il draft integrale. Al primo giro, con la scelta numero 5 assoluta, Miami sceglie Carlton Myers. Ma dopo poche partite, non molto convincenti, il roster viene radicalmente rivoluzionato con la cessione di Myers agli Orlando Magic (di cui diventerà una bandiera) in cambio di Vincenzino Esposito. Il quintetto è composto da Childs - Esposito - McGrady - Maurice Taylor - Mourning, con Piatkowski sesto uomo, Murdock, Eric Washington, Johnny Taylor, Robert Traylor, Trajan Langdon, Keith Closs, Alvin Williams e Sam Perkins tra i panchinari. Stagione trionfale (.927), condita dalla vittoria all'All-Star Game con McGrady MVP.  All'ovest guidano i Minnesota Timberwolves di Morri e Webber, campioni della Midwest (54-28), davanti ai Seattle Supersonics di Garnett e Tomidy, campioni della Pacific (51-31).
Play-off. Miami supera il primo turno contro gli Atlanta di Allan Houston con qualche patema (3-1), per poi asfaltare 4-0 gli ostici Pistons di Fabio Lunedei e Daniele Carlini. In finale di Conference, Miami si sbarazza anche dei Chicago Bulls (62-20) di Karl Malone, Peja Stojakovic e David Robinson, seconda migliore squadra della lega ma arrivata alla post-season un po' spompata (3-2 ai Knicks, 4-3 ai Bucks). Ma è soprattutto all'Ovest che fioccano le sorprese: i favoriti T'wolves, dopo aver eliminato al primo turno i Rockets, una delle squadre dal potenziale offensivo più esplosivo grazie a Il Luminare, Lafrentz e Antoine Walker, escono al secondo turno contro gli Spurs (3-4), squadra tutta sostanza con Bo Outlow, Artest e Brian Grant, nelle cui fila militano pure il futuro all-star di Miami Michael Dickerson, ed i custom-players Marco Selva e Manute Montanari. Nella parte bassa del tabellone i Sacramento Kings di Paul Pierce, che annoverano tra le loro fila alcuni custom players come Giansandro Bertozzi, Alessandro Alunni ed Antonello Riva, rovesciano ogni pronostico prima eliminando i Golden State 3-2 di Alex Righetti ed Eddie Jones, poi facendo fuori con un secco 4-1 i campioni della Pacific di Seattle, che a loro volta avevano superato incolumi l'ostacolo Suns al primo turno (3-0 contro la squadra guidata da Nash, il rookie dell'anno Scorrano, Duncan e Rik Smits, e con Roberto De Luigi in panchina...)  I Kings non si fermano e vincono addirittura il titolo di Conference regolando 4-2 in finale gli Spurs. La finale è però senza storia: 4-0 per gli Heat.
Premi. Guidati da Alonzo Mourning, Miami si porta a casa praticamente tutti gli allori, con 4/5 del primo quintetto NBA e l'intero quintetto difensivo.

Premi stagionali

Quintetto rookie

Primo quintetto

Quintetto difensivo

Most Valuable Player Alonzo Mourning (MIA) Alan Tomidy (SEA) Alonzo Mourning (MIA) Alonzo Mourning (MIA)
Most Improved Player Tracy McGrady (MIA) Cal Bowdler (CHA) Maurice Taylor (MIA) Maurice Taylor (MIA)
Best 6th Man Eric Piatkowski (MIA) Lamar Odom (LAL) Tracy McGrady (MIA) Tracy McGrady (MIA)
Best Defender Alonzo Mourning (MIA) Marco Scorrano (PHO) Vincenzo Esposito (MIA) Vincenzo Esposito (MIA)
Rookie of the year Marco Scorrano (PHO) Jason Terry (PHI) Jason Kidd (MIL) Chris Childs (MIA)
Campione NBA Heat def. Kings 4-0 All-Star Game East def. West (McGrady)
Campione Western Kings def. Spurs 4-2 NBA's Worst Team Indiana Pacers (21-61)
Campione Eastern Heat def. Bulls 4-0 Marcatore Regular Season Alonzo Mourning (MIA) 18,8
Campione Pacific Seattle Supersonics (51-31) Marcatore Play-Off Vincenzo Esposito (MIA) 20,2
Campione Midwest Minnesota Timberwolves (54-28)
Campione Central Chicago Bulls (62-20)
Campione Atlantic Miami Heat (76-6)

2000-2001: 73-9
Per la stagione 2000-01 il roster viene quasi interamente confermato (Washington, free-agent, firma con Vancouver), anche se pesa la decisione di Sam Perkins di abbandonare l'attività subito dopo il titolo, divenendo quindi il primo giocatore ritirato della storia della franchigia. Le prime giornate mettono in luce un Mourning ed un  Childs nettamente sottotono, spingendo la dirigenza ad un clamoroso scambio con Portland, da dove arrivano Shaquille O'Neal ed il rookie Okeke Burns. La stagione riprende quota, anche se c'è da segnalare la clamorosa batosta dell'Est all'All-Star Game (90-69, Webber MVP). I Chicago Bulls ingaggiano il free-agent Grant Hill, costruendo un quintetto davvero fenomenale che andrà a vincere senza problemi il titolo dell'Atlantic, mentre anche all'Ovest i Timberwolves (che hanno addizionato Cedric Henderson) ed i Sonics si confermano campioni delle rispettive Division.
Play-off. Miami elimina senza problemi i Nets di Sandro Bucchi  (3-0), che raggiungono i play-off nonostante la dipartita di Marko Tusek verso i Clippers. Al secondo turno Miami affronta i Pistons che, come nel 2000 contro i Celtics,  avevano ribaltato il pronostico sconfiggendo i favoriti Bucks (1-3), nonostante la partenza di Nesterovic (accasatosi a Indiana): vittoria di Miami per 4-0. Nella parte bassa anche Chicago rispetta i pronostici eliminando Atlanta (3-1). Al secondo turno i Bulls affrontano i temibili 76ers, che dopo l'eliminazione al primo turno l'anno precedente hanno affiancato Ricky Davis e Kobe Bryant con Mike Bibby, arrivato da Cleveland in cambio di Terry, e Jalen Rose da Portland. Ma Chicago si impone comunque per 4-1.  La finale di Conference è sicuramente una delle più belle serie mai viste nella storia: Miami soffre la forza e la profondità della panchina dei Bulls, che  volano clamorosamente sul 2-0  prima e sul 3-1 poi: ma la reazione di Miami è veemente e permette alla squadra della Florida di aggiudicarsi il titolo di Conference con un soffertissimo 4-3 . All'ovest, con Sacramento finalista dello scorso campionato che non si qualifica nemmeno per la post-season (35 vittorie contro le 41 dell'ottava, Golden State),  l'unica sorpresa del primo turno viene dai Clippers di Ray Allen, che con Tusek al posto di Van Horn si sbarazzano degli Spurs con un sonoro 3-0. Soffre invece Minnesota che ha bisogno della bella per avere ragione dei Warriors (3-2). Ancora una volta Phoenix viene invece eliminata 3-0 al primo turno (da Seattle), mentre Denver si sbarazza 3-0 dei Rockets. Nessun problema al secondo turno per i due campioni di Division, con Minnesota a terminare la favola dei Clippers (4-0) e Seattle ad eliminare i Nuggets (4-0). La finale di Conference è combattuta e vede i T'Wolves prevalere per 4-2. La finale per il titolo, però, è senza storia e Minnesota si deve arrendere allo strapotere di Esposito e Shaq, il primo marcatore principe, il secondo votato MVP della stagione.
Premi. Detto di Shaq MVP, a Miami vanno ancora una volta i 4/5 del miglior quintetto NBA. Piatkowski si conferma miglior sesto uomo, mentre Burns è il primo rookie di Miami a figurare nel quintetto dei rookie. A  fine stagione si ritirano due grandi centri veterani, Pierpaolo Fantuz degli Utah Jazz e l'italo-brasiliano "Super" Mariano D'Alessio dei Trail Blazers.

Premi stagionali

Quintetto rookie

Primo quintetto

Quintetto difensivo

Most Valuable Player Shaquille O'Neal (MIA) Timothy Marley (LAC) Shaquille O'Neal (MIA) Shawn Bradley (PHI)
Most Improved Player Tracy McGrady (MIA) Utendi Robards (VAN) Maurice Taylor (MIA) Maurice Taylor (MIA)
Best 6th Man Eric Piatkowski (MIA) Themba Faulkner (WAS) Tracy McGrady (MIA) Tracy McGrady (MIA)
Best Defender Tracy McGrady (MIA) Davis Baron (CLE) Vincenzo Esposito (MIA) Vincenzo Esposito (MIA)
Rookie of the year Timothy Marley (LAC) Okeke Burns (MIA) Jason Kidd (MIL) Okeke Burns (MIA)
Campione NBA Heat def. T'wolves 4-0 All-Star Game West def. East 90-69 (Webber))
Campione Western T'wolves def. Supersonics 4-2 NBA's Worst Team Vancouver Grizzlies (15-67)
Campione Eastern Heat def. Bulls 4-3 Marcatore Regular Season Vincenzo Esposito (MIA) 18.00
Campione Pacific Seattle Supersonics (51-31) Marcatore Play-Off Vincenzo Esposito (MIA) 20,60
Campione Midwest Minnesota Timberwolves (59-23)

Best manager

Washington Wizards
Campione Central Chicago Bulls (65-17)
Campione Atlantic Miami Heat (73-9)

2001-2002: 77-5
La stagione si apre con un acquisto che passa in sordina ma che sarà decisivo per il futuro della franchigia: Michael Dickerson viene preso dai San Antonio Spurs. La ricerca di un altro buon tiratore dal perimetro porta ad un complesso scambio, che vede, tra l'altro, Eric Piatkowski andare a Phoenix per De Luigi, e De Luigi andare a Washington per l'italo-lituano Saulius. Closs, Langdon e lo stesso Saulius verranno poi girati da Miami ai Knicks. Come cambio di Shaq viene preso Cameron King, prima scelta di Indiana nel 2001. E' la stagione che consacra Vincenzino, che nonostante non mantenga una media altissima in regular-season (d'altra parte deve spartirsi i possessi con Shaq ...), sfodera alcune prestazioni da antologia, tra le quali una da 63 punti, con 6/12 da 2, 16/25 da 3, 3/3 ai liberi, che rappresentano il massimo punteggio individuale della franchigia. Lo Scugnizzo domina anche all'All-Star Game (30 punti), vinto dall'Est per 97-79. Chicago comincia a perdere i pezzi, con Grant Hill free-agent che firma con i Magic e Karl Malone, ormai a fine carriera e relegato in panchina. Ciò nonostante i Bulls si confermano campioni di Division, pur avendo un record peggiore di Philadelphia, secondi dietro gli Heat nell'Atlantic. Da segnalare la grande ascesa di Orlando, che con l'acquisto di Grant Hill e Steve Francis raggiunge finalmente i play-off, e dei Cavaliers, che nonostante la perdita del suo miglior marcatore, Wells (passato ai Pacers), trova nei canestri di Terry e nei rimbalzi di Vagnoni le chiavi per arrivare alla post-season. Ad ovest crollano le due dinastie texane di San Antonio e Houston: comprensibile quello degli Spurs, privi di Dickerson (a Miami) e Artest (scambiato con Pozzi di Vancouver), inspiegabile quello di Houston, che all'intelaiatura precedente aggiunge addirittura Baron Davis.
Play-off.  Il primo turno all'Est prevede il derby della Florida: diversamente da quanto era successo nella stagione regolare, questa volta ai Magic non riesce lo sgambetto ed i campioni passano 3-0. L'unica sorpresa all'Est vede i Bucks eliminare i Wizards (1-3). Al secondo turno nessun problema per gli Heat contro Washington (4-0), mentre Philadelphia dopo il 3-0 ai Pistons sovverte il fattore campo e per la prima volta estromette i Bulls dalla finale di Conference. Finale che ancora una volta vede gli Heat vincere per 4-1. Ben più entusiasmante il tabellone dell'ovest: le due teste di serie Minnesota e Phoenix rischiano una clamorosa eliminazione già al primo turno, con Clippers e Vancouver ad arrendersi soltanto alla bella (3-2). Riesce il ribaltone invece nelle altre due serie: Portland, nonostante Mourning, perde 2-3 con i soliti Golden State che ai soliti Dampier, Juwan Howard, Al Harrington, Righetti ed Eddie Jones, in estate avevano addizionato il play Lindsey Hunter, mentre Denver va a vincere 1-3 con i Sonics. Golden State non si ferma ed al secondo turno va ad eliminare addirittura i Timberwolves (2-4), giocandosi così il titolo di Conference contro i Suns, vittoriosi 4-1 sui Nuggets. Nella fnale di Conference trionfa finalmente l'eterna incompiuta Phoenix, con la finale che è però ancora una volta senza storia (4-0 per Miami).
Premi. Shaq vince il suo secondo titolo di MVP, Maurice Taylor chiude la sua prima esperienza con Miami con il titolo di giocatore più migliorato. Ancora 4/5 del miglior quintetto NBA per Miami: manca ancora lo spot di play, questa volta coperto da Morri di Minnesota.

Premi stagionali

Quintetto rookie

Primo quintetto

Quintetto difensivo

Most Valuable Player Shaquille O'Neal (MIA) Jioke Henderson (DAL) Shaquille O'Neal (MIA) Shaquille O'Neal (MIA)
Most Improved Player Maurice Taylor (MIA) Gage  (NY) Maurice Taylor (MIA) Maurice Taylor (MIA)
Best 6th Man Tim Thomas  (POR) Lance Kinney  (TOR) Tracy McGrady (MIA) Tracy McGrady (MIA)
Best Defender Shaquille O'Neal  (MIA) Bill Barrett (VAN) Vincenzo Esposito (MIA) Vincenzo Esposito (MIA)
Rookie of the year Bill Barrett  (VAN) Leon Akinwande (LAL) Mauro Morri (MIN) Okeke Burns (MIA)
Campione NBA Heat def. Suns 4-0 All-Star Game East def. West 97-79 (Esposito, 30)
Campione Western Suns def. Warriors 4-1 NBA's Worst Team Boston Celtics  (17-65)
Campione Eastern Heat def. 76ers 4-1 Marcatore Regular Season Vincenzo Esposito (MIA) 19.40
Campione Pacific Phoenix Suns (58-24) Marcatore Play-Off Vincenzo Esposito (MIA) 23,80
Campione Midwest Minnesota Timberwolves (62-20)

Best manager

Vancouver Grizzlies
Campione Central Chicago Bulls (57-25)
Campione Atlantic Miami Heat (77-5)

2002-2003: 81-1
La stagione 2002-03 è la stagione dello show-time: la superiorità di Miami è addirittura imbarazzante. A campionato iniziato, la dirigenza piazza alcuni colpi davvero importanti. Primo fra tutti, a furor di popolo, il ritorno di Alonzo Mourning, che nel frattempo è riuscito a portare i Trail Blazers ai play-off ma senza troppe soddisfazioni. Miami deve sacrificare un giocatore importante, e tra Shaq ed Esposito alla fine si opta, clamorosamente, per l'italiano, che raggiunge l'Oregon insieme al deludente Cameron King. Il progetto di Miami è quello di costruire una vera e propria muraglia umana sottocanestro: la coppia Shaq-Zo diventa insormontabile per chiunque. Per rimpiazzare lo Scugnizzo casertano, Miami scambia con Houston Johnny e Maurice Taylor in cambio del Luminare, guardia atipica di 2,31 cm per 159 chili, dotato di ottima mano dalla lunga distanza. Il quintetto è completato da TMC e Burns. Dal mercato dei free-agents viene acquistato Andrea Prosperi, poi girato ai Lakers; da Dallas arriva il lungo Stack, mentre viene ingaggiato anche il rookie Michael Simpson,  Il Luminare è sicuramente meno spettacolare del Diablo, ma chiude comunque come miglior marcatore della regular-season, e viene eletto MVP all'All-Star Game di febbraio (28 punti nella vittoria dell'Est per 73-69). Miami vince la regular season con appena una sconfitta, mentre Charlotte spodesta i Bulls (che in estate avevano addizionato l'ottimo Al Harrington da Golden State) e si aggiudica il titolo della Central. Tutto come la stagione precedente all'ovest, con Minnesota , rinforzatasi con Brevin Knight e Jelani McCoy, e Phoenix a vincere le rispettive Division.
Play-off. Miami continua la sua cavalcata anche nei play-off, rifilando un secco 3-0 ai Nets. Clamorosa l'eliminazione della testa di serie numero 2: gli Hornets vengono infatti cacciati fuori dai Bucks.  Chicago e Philadelphia, che nelle ultime due stagioni consecutive si erano giocate l'accesso alla finale di Conference (1-1 il computo della sfida), questa volta si affrontano al primo turno, e sono i rinnovati Bulls a spuntarla in gara 5 (3-2). Al secondo turno, ancora via libera per gli Heat (4-0 ai Cavs), mentre Chicago deve ricorrere ancora una volta alla bella per avere ragione dei sorprendenti Bucks (4-3). In finale di Conference, però, Chicago non ha scampo e viene travolta da Miami (4-0). All'ovest predomina il fattore campo: ma se Phoenix e Vancouver non hanno problemi contro Clippers e Warriors, i Minnesota vengono sorprendentemente costretti a gara 5 dai Nuggets, ed anche i Rockets hanno bisogno della bella per avere ragione dei Sonics che, per il secondo anno consecutivo, non superano il primo turno. I Wolves superano più agevolmente il secondo turno, rifilando un secco 4-1 a Houston, mentre i Suns hanno qualche problema in più contro i Grizzlies (4-2). La finale di Conference è spettacolare e vede i Lupi di Minneapolis prevalere 4-3 sui Soli dell'Arizona. Minnesota deve però inchinarsi alla forza del Luminare (22 punti a partita in post-season), con Miami che vince il titolo per 4-0.
Premi. Shaq vince il suo terzo titolo di MVP consecutivo, mentre per la prima volta il titolo di giocatore più migliorato esce dalla Florida (Jones di Vancouver). Dickerson comincia a scalpitare mentre Vagnoni, ancora una volta il miglior rimbalzista della Lega, viene premiato come miglior difensore. Nel primo quintetto dell'NBA, a Miami vanno "solo" tre giocatori, con Duncan e Terry a completare la formazione. I Sacramento Kings, finalisti solo 3 stagioni prima, chiudono con il peggior record della lega.

Premi stagionali

Quintetto rookie

Primo quintetto

Quintetto difensivo

Most Valuable Player Shaquille O'Neal (MIA) Fabian Darby (IND) Shaquille O'Neal (MIA) Shaquille O'Neal (MIA)
Most Improved Player Jumaine Jones (VAN) Anthony Brunson (LAL) Tim Duncan (PHO) David Vagnoni (CLE)
Best 6th Man Michael Dickerson (MIA) J. Gill (ATL) Tracy McGrady (MIA) Tracy McGrady (MIA)
Best Defender David Vagnoni (CLE)) John Armitage (BOS) Kobe Bryant (LAC) Eddie Jones (GS)
Rookie of the year Anthony Brunson (LAL) Ben Burns (DEN)) Jason Terry (CLE) Okeke Burns (MIA)
Campione NBA Heat def. T'Wolves 4-0 All-Star Game East def. West 73-69 (Luminare, 28)
Campione Western T'Wolves def.  Suns 4-3 NBA's Worst Team Sacramento Kings (18-64)
Campione Eastern Heat def.Bulls 4-0 Marcatore Regular Season Il Luminare (MIA) 16.50
Campione Pacific Phoenix Suns (50-32) Marcatore Play-Off Il Luminare (MIA) 22.00
Campione Midwest Minnesota Timberwolves (67-15)

Best manager

Boston Celtics
Campione Central Charlotte Hornets (51-31)
Campione Atlantic Miami Heat (81-1)

2003-2004: 76-6
Dopo il quarto titolo, Miami cerca una nuova sfida e decide di rinunciare all'MVP, Shaquille O'Neal. Alonzo Mourning torna così a ricoprire il ruolo di centro titolare, mentre the Big Diesel viene mandato a Washington insieme ad Okeke Burns e Robert Traylor, in cambio del funambolico Allen Iverson. Dopo una stagione anonima vissuta all'ombra di Antoine Walker, Maurice Taylor decide di lasciare Houston per tornare a Miami. La squadra sembra molto competitiva, ma dura solamente un tempo, quello contro Indiana all'esordio (50 punti di squadra, difesa e contropiede): di lì in poi,  gli Heat cominciano a balbettare, inanellando una serie di prestazioni opache condite da qualche sconfitta di troppo. A pagare è proprio The Answer, non a suo agio nel ruolo di play-maker e certamente non brillante per gestione della squadra e precisione al tiro. Oltretutto non molto gradito ai tifosi di Miami, Iverson viene scambiato con Houston per Antoine Walker. Mo Taylor viene dunque a ritrovarsi nella situazione di Houston, ma la dirigenza gli conferma la fiducia  e così viene varato un quintetto piuttosto atipico, con McGrady da point-forward e Walker da ala piccola. Nowitzki viene prelevato da Detroit per sostituire JT, mentre va in scena il primo ritorno di Piatkowski, scambiato con Stack. I risultati, dopo l'inizio claudicante, sono comunque molto positivi, anche se all'All-Star Game brilla soprattutto la luce di Grant Hill, stella degli Hornets. In corso di stagione viene ingaggiato il free-agent Gianluca "Friso" Frisoni, ala-centro di 180 cm, reduce da una stagione di inattività e da 3 stagioni con i Nets: si ritirerà a fine stagione. Anche i Bulls si rifanno il trucco: da Golden State arriva Juwan Howard, da Minnesota McCoy, da Dallas Masotti in cambio di Glenn Robinson, e così si riappropriano del titolo di Division. Per la prima volta, il miglior marcatore della regular-season non sarà un giocatore di Miami: è infatti Tim Duncan dei Suns.
Play-off. Nessuna sorpresa all'est nel primo turno dei play-off, con Miami a vincere 3-0 con Cleveland. Curiosità per l'ennesima (la quarta consecutiva) sfida tra Chicago e Philadelphia: la spuntano i Bulls in gara 5 (3-2). Detroit e Charlotte vincono invece 3-1 rispettivamente contro i redivivi Magic e contro Boston. Al secondo turno, Miami fa un sol boccone di Detroit (4-0), mentre nel duello di vertice tra le regine della Central è Chicago a spuntarla su Charlotte per 4-2. I Bulls però non sono più lo squadrone di qualche stagione addietro ed in finale di Conference non oppongono resistenza a Miami (4-0). All'ovest il colpaccio è degli Utah Jazz, che al primo turno eliminano Seattle, campioni di una debole Pacific Division, per 1-3. Consegne rispettate invece per Golden State (3-1 ai Clippers) e Houston (3-1 a Dallas nel derby texano). I Rockets, che in estate si erano rinforzati con Daniele Carlini da Detroit, nonostante la perdita di Walker e Taylor proprio a vantaggio di Miami, riescono clamorosamente ad avere ragione dei Timberwolves a gara 7 (3-4), grazie alle prodezze di un Iverson assetato di rivincita. Ma la sua vendetta non si compie, perché nella finale con Miami Houston vi partecipa come mera comparsa (4-0).
Premi. Dopo 3 anni, Zo Mourning si riprende (per l'ultima volta) lo scettro di MVP. McGrady non brilla ma fa registrare la prima tripla-doppia della storia del torneo. Nel primo quintetto riappare Mauro Morri, mentre Grant Hill soppianta TMC. Intanto Sacramento chiude con la seconda stagione fallimentare consecutiva... Da registrare anche l'incredibile presenza di Vitali nel quintetto difensivo! A fine stagione si ritirano, oltre al già citato Friso, anche il play Antonio Romildo Romano (degli Hawks) ed il solido centro Germano Foglieni dei Pacers.

Premi stagionali

Quintetto rookie

Primo quintetto

Quintetto difensivo

Most Valuable Player Alonzo Mourning  (MIA) Oliver Burgess (LAL) Alonzo Mourning (MIA) Alonzo Mourning (MIA)
Most Improved Player Radoslav Nesterovic (IND) Devin Cooper (ATL) Antoine Walker (MIA) David Vagnoni (CLE)
Best 6th Man John Wallace (WAS) Bill Smart (SAN) Grant Hill (CHA) Tracy McGrady (MIA)
Best Defender Tracy McGrady (MIA)) Jack Woods (DAL) Il Luminare (MIA)) Ermes Vitali (IND)
Rookie of the year Bill Smart (SAN) Blake Easton (BOS) Mauro Morri (MIN) Mauro Morri (MIN)
Campione NBA Heat def. Rockets 4-0 All-Star Game East def. West 75-65 (Hill, 26)
Campione Western Rockets - T'Wolves  4-3 NBA's Worst Team Sacramento Kings (19-63)
Campione Eastern Heat def.Bulls 4-0 Marcatore Regular Season Tim Duncan (PHO) 17.40
Campione Pacific Seattle Supersonics (46-36) Marcatore Play-Off Il Luminare (MIA) 20.40
Campione Midwest Minnesota Timberwolves (64-18)

Best manager

Orlando Magic
Campione Central Chicago Bulls (58-24)
Campione Atlantic Miami Heat (76-6)

2004-2005: 79-3
La stagione inizia con uno scambio affollato sull'asse Miami-Boston: se ne vanno Lue, Piatkowski e Nowtizki, arrivano Armitage e il cavallo di ritorno Keith Closs, poi girato agli Spurs in cambio di Steve Francis. Dal mercato dei free-agent viene firmato il possente Adonal Foyle. Miami non incontra nessun ostacolo durante la regular-season, anche se per il secondo anno consecutivo sarà Tim Duncan a risultare il miglior marcatore. Il Luminare però si consola vincendo il titolo di MVP del più brutto All-Star Game della storia, vinto dall'Est per 58-48. All'est l'unico pericolo è rappresentato dai rivali di sempre di Chicago: la squadra della "windy city", grazie alla difesa tosta in difesa dei "Fab 2" (Fabio Lunedei e Fabio Zanelli), si conferma campione della Central per la quinta volta su sei stagioni. Ma le novità più interessanti accadono all'Ovest, dove i Sacramento Kings dopo due "maglie nere" consecutive arrivano addirittura a vincere il titolo della Pacific Division; Minnesota, che in estate aveva allestito una squadra di grande prestigio e  nel corso dell'anno aveva acquistato proprio dai Kings il play-maker Falco, back-up di Morri, vince invece il sesto titolo di Division in altrettanti anni. Golden State smantella la squadra: Eddie Jones viene ceduto ai Nets in cambio di Bucchi, vengono rilasciati Juwan Howard (a Chicago),  Timothy Marley (a Minnesota), Brad Miller (agli Spurs) e Turckan (a Philadelphia), rimpiazzati dal solo Vin Baker, in uscita da Washington.
Play-off. Nei playoff Miami si ritrova di fronte i Magic, ancora una volta battuti per 3-0. Chicago supera 3-1 la matricola Toronto, mentre negli altri due incontri viene ribaltato il pronostico: clamorosa l'eliminazione di Charlotte per 0-3 contro i Knicks, più prevedibile e più combattuta invece quella dei Celtics ad opera dei sempre pericolosi 76ers (2-3). Ma nel secondo turno ci sono poche sorprese, con Miami che rifila il solito 4-0 a Philadelphia, e Chicago che concede una sola partita agli arrembanti Knickerbockers (4-1). Nella finale di Conference, i Bulls di Stojakovic riescono finalmente a vincere un incontro interrompendo la serie di Miami di due post-season senza sconfitte, anche se l'esito finale non cambia (vittoria degli Heat per 4-1). All'ovest, le due teste di serie devono soffrire fino alla bella, con Minnesota vincente su Dallas 3-2 e Sacramento a superare il probante test dei Clippers con il medesimo risultato. Gli ex campioni di Conference di Houston si sbarazzano di Seattle 3-0, mentre i Lakers, ai loro primi play-off, centrano subito il colpo grosso eliminando la testa di serie numero 4 (Denver) con un perentorio 3-0. La corsa dei lacustri si ferma però al secondo turno contro lo strapotere di Minnesota che, lo ricordiamo, aveva chiuso la stagione regolare con un record pauroso di  76-6.  Sacramento invece nulla può contro Houston, che in regular-season aveva vinto ben 12 partite in più dei californiani: 4-1 per i Rockets che così vanno a difendere il titolo di Conference nuovamente contro i Wolves. Questa volta l'esito è diverso, perché la corazzata di Minneapolis non lascia scampo ai texani: 4-0 e finale con Miami, ovviamente vinta da questi ultimi per 4-0. Fallisce così il primo serio tentativo di strappare il titolo a Miami...
Premi. Antoine Walker vince il suo primo titolo di MVP, mentre Dickerson e TMC portano a casa rispettivamente il titolo di miglior sesto uomo e di difensore dell'anno. Nel primo quintetto NBA, Miami piazza tre giocatori, lasciando liberi lo spot di ala-piccola (Hill) e, come sempre, play-maker (Kidd).

Premi stagionali

Quintetto rookie

Primo quintetto

Quintetto difensivo

Most Valuable Player Antoine Walker  (MIA) Radhi Gartner (PHI) Alonzo Mourning (MIA) Alonzo Mourning (MIA)
Most Improved Player Quincy Lewis (CLE) Grant Wiggins (SAC)) Antoine Walker (MIA) David Vagnoni (CLE)
Best 6th Man Michael Dickerson (MIA) Jim Andrews (VAN) Grant Hill (CHA) Tracy McGrady (MIA)
Best Defender Tracy McGrady (MIA)) Dennis Henley (MIL) Il Luminare (MIA) Il Luminare (MIA)
Rookie of the year Dennis Henley (MIL) Marcel Wallace (NY) Jason Kidd (TOR) Steve Francis (MIA)
Campione NBA Heat def. T'wolves 4-0 All-Star Game East def. West 58-48 (Il Luminare, 19)
Campione Western T'Wolves def. Rockets  4-0 NBA's Worst Team Golden State Warriors (22-60)
Campione Eastern Heat def.Bulls 4-1 Marcatore Regular Season Tim Duncan (PHO) 18.10
Campione Pacific Sacramento Kings (44-38) Marcatore Play-Off Il Luminare (MIA) 16.70
Campione Midwest Minnesota Timberwolves (76-6)

Best manager

Sacramento Kings
Campione Central Chicago Bulls (59-23)
Campione Atlantic Miami Heat (79-3)

2005-2006: 72-10
La stagione 2005-06 è, al momento, la peggiore mai disputata dai Miami Heat. Innanzitutto la società decide di non affidarsi più ai cosiddetti giocatori custom, a parte quelli di minor spessore. Ecco dunque che il Luminare viene ceduto ai Knicks, dove per altro farà della gran panchina, in cambio del lituano Saulius, che poi viene immediatamente girato ai Cavaliers, dove va a rimpinguare la nutrita comunità di custom players quali Vagnoni, Alessandro Muccini e Roberto Pozzi (dagli Spurs). Miami fa due acquisti importanti nel ruolo di ala-piccola: dopo una stagione strepitosa in quel di Houston (miglior tiratore da 3 della Lega), ritorna a Miami Johnny Taylor, che nelle prime partite si spartirà il quintetto con l'altro neo-arrivato, il possente Corliss Williamson: nel corso della stagione, il coach propenderà per l'assetto che prevede JT in quintetto e Williamson come sesto uomo, a volte utilizzato anche da numero 4. Michael Dickerson viene finalmente premiato con il quintetto base, mentre Steve Francis non viene confermato ed il salary-cap viene investito nel talentuoso play Jason Williams. Tra gli altri movimenti, il fallimento di Minnesota vede in Mauro Morri, comunque uno dei migliori per rendimento, il primo a farne le spese (scambiato con Portland per Terry), mentre Sacramento si avventa sul free-agent Tim Duncan. Miami deve fare i conti con un Mourning ormai a fine carriera, e l'attacco si basa quasi esclusivamente su Walker (20,6 ppg in regular-season) e sull'ottimo Dickerson. L'Est vince l'All-Star Game 59-56 (Garnett MVP con 8 punti...). Nonostante tutto gli Heat non hanno problemi a vincere il titolo dell'Atlantic Division. A sorpresa, è Toronto a vincere il titolo della Central, dove ormai Chicago è ai minimi storici ed addirittura non si qualifica nemmeno per i play-off. Minnesota crolla da 76 vittorie a 59, ma riesce nell'impresa di difendere il titolo della Midwest. Nella Pacific, infine, si conferma anche Sacramento che passa da 44 a 64 vittorie.
Play-off. Miami riscatta una regular-season sotto-par con dei play-off strepitosi, dove finalmente si vede anche un grande Alonzo Mourning: anche se l'esordio è una sconfitta contro i Celtics, poi eliminati 3-1. Pronostico rispettato anche per Toronto, che regola 3-0 i Bucks, mentre Detroit e New York eliminano 3-1 Charlotte e Indiana. Al secondo turno, mentre Miami per la quarta volta nella storia dei play-off rifila un secco 4-0 a Detroit, New York sconfigge i campioni della Midwest di Toronto per 1-4: per altro anche in regular-season i Knicks avevano avuto un record migliore. La finale è comunque senza storia, 4-0 per Miami. All'ovest, al primo turno i Kings sconfiggono 3-1 i Portland di Esposito, mentre i T'Wolves per il secondo anno consecutivo devono sudare fino alla bella per eliminare i coriacei Mavericks (3-2). I Clippers, tra  i favoriti per la finale, vengono clamorosamente sorpresi dagli Spurs che si impongono in gara 5 (2-3), mentre Houston rispetta a fatica il pronostico contro i temibili Lakers (3-2). Al secondo turno Sacramento non ha problemi prendendosi la rivincita sui Rockets, ed anche Minnesota, nonostante le difficoltà, raggiunge la finale di Conference eliminando gli Spurs per 4-2. La finale vede Miami, trascinata da un Walker strepitoso (23,8 ppg nella post-season), trionfare per 4-0.
Premi. Walker vince meritatamente il titolo di MVP, mentre Williamson è votato quale miglior sesto uomo. Nel primo quintetto, per la prima volta nella storia Miami piazza il play-maker (Williams): ma non riesce l'en-plein perché la migliore ala piccola rimane sempre Grant Hill.

Premi stagionali

Quintetto rookie

Primo quintetto

Quintetto difensivo

Most Valuable Player Antoine Walker  (MIA) Irwin Anthony (GS) Alonzo Mourning (MIA) Alonzo Mourning (MIA)
Most Improved Player Devin Cooper (ATL) Larry Ibeabuchi (HOU) Antoine Walker (MIA) David Vagnoni (CLE)
Best 6th Man Corliss Williamson (MIA) Collin Holder (NJ) Grant Hill (CHA) Max Migliorini (DET)
Best Defender David Vagnoni (CLE) Grant Overton (IND) Michael Dickerson (MIA) Michael Dickerson (MIA)
Rookie of the year Irwin Anthony (GS) Allan McCarty (ATL) Jason Williams (MIA) Jason Williams (MIA)
Campione NBA Heat def. T'wolves 4-0 All-Star Game East def. West 59-56 (Garnett, 8)
Campione Western T'Wolves def. Kings  4-1 NBA's Worst Team Golden State Warriors (14-68)
Campione Eastern Heat def.Knicks 4-0 Marcatore Regular Season Antoine Walker (MIA) 20,60
Campione Pacific Sacramento Kings (64-18) Marcatore Play-Off Antoine Walker (MIA) 23,70
Campione Midwest Minnesota Timberwolves (59-23)

Best manager

Sacramento Kings
Campione Central Toronto Raptors (51-31)
Campione Atlantic Miami Heat (72-10)

2006-2007: 75-7
Per la stagione 2006-07 Miami conferma in blocco la squadra dell'anno precedente, con alcune importanti aggiunte: la principale è Keon Clark da Charlotte, destinato a dare minuti di qualità al posto del declinante Mourning. Sempre da Charlotte arriva Mohammed, da Sacramento l'espertissimo Tracy Murray ed infine il free-agent Andrea Prosperi, inattivo da ben 3 stagioni dopo l'anno ai Lakers. I primi dubbi riguardano proprio Mourning, che dopo tre partite ritrova comunque il quintetto base a scapito di Clark. Miami non è più la squadra brillante di un tempo ma, trascinata dal duo Walker-Dickerson, riesce comunque a vincere il suo ottavo titolo di Division. Dickerson, ormai protagonista assoluto della Lega, trova la sua consacrazione con una grande prova all'All-Star Game (25 punti), che gli vale il titolo di MVP oltre che la vittoria per 72-62 sull'Ovest. Il livello dell'Eastern Conference è comunque nettamente superiore a quello della Western: basti pensare che all'ovest Vancouver va ai play-off con un record di 36-46, mentre all'Est Milwaukee con 46-36 sta a guardare... Nella Central il titolo va agli Hornets, con i Bulls che, dopo una mini-rivoluzione (Grossi ai Nets in cambio di Derek Anderson, rilasciato Chris Murray e firmato Massimiliano Neri dai Nets), ritornano ai play-off. Sacramento conferma la squadra dell'anno precedente e va a vincere il suo terzo titolo di Division consecutivo, mentre nella Mid-West, nettamente la peggiore Division della Lega, è ormai definitivamente spenta la luce di Minnesota, con i Rockets che con un modesto 45-37 si aggiudicano il titolo.
Play-off. Al primo turno, Miami regola Toronto 3-0, mentre Charlotte ha la meglio su Boston per 3-1. L'infuocato derby tra Nets e Knicks vede i primi prevalere, ma soltanto in gara 5 (3-2). Curiosità attorno al ritorno dei Bulls ai play-off: la squadra lotta ma deve arrendersi al primo turno contro Detroit (3-2). Miami senza problemi anche nel secondo turno (4-0 a Detroit, e sono cinque!), mentre la sorpresa arriva da Charlotte, dove i Nets fanno il colpaccio ed eliminano in gara 7 i favoriti  Hornets (3-4). In finale, Garnett fa soffrire Miami che alla fine però la spunta (4-1). All'ovest, Sacramento senza problemi su Vancouver (3-0), mentre Houston conferma la non credibilità del suo titolo di Division venendo eliminata subito dagli Spurs (2-3). Minnesota si congeda mestamente perdendo 3-1 con Dallas, mentre i Clippers sembrano finalmente fare sul serio e rifilano un secco 3-0 agli Utah Jazz. Il secondo turno conferma il basso livello della Mid-West Division, con Sacramento che dispone a suo piacimento di Dallas (4-0) ed i Clippers che regolano gli Spurs 4-1. La bellissima finale di Conference viene vinta a gara 7 dai Kings, che così tornano dopo sette stagioni a lottare per il titolo. In finale Sacramento parte forte (2-0), sfruttando l'immarcabilità di Duncan. In gara 3 Duncan viene estromesso dalla gara per raggiunto limite di falli, e nelle restanti gare verrà isolato da ogni gioco, cosa che permette a Miami di andare a vincere il suo ottavo titolo mondiale.
Premi. Walker si conferma MVP della Lega e miglior marcatore della Regular Season, anche se nei play-off tale corona è appannaggio di Duncan. Keon Clark, capace di metterne 49 in una sola partita, vince meritatametne il titolo di miglior sesto uomo. Per la prima volta, il titolo di miglior centro della Lega non va ad un giocatore degli Heat (Ilgauskas nei Nets), ma Mourning si piazza nel quintetto difensivo.

Premi stagionali

Quintetto rookie

Primo quintetto

Quintetto difensivo

Most Valuable Player Antoine Walker  (MIA) Abe Manning (CLE) Zydrunas Ilgauskas (NJ) Alonzo Mourning (MIA)
Most Improved Player Collin Holder (SEA) Joe Baron (ORL)) Antoine Walker (MIA) David Vagnoni (CLE)
Best 6th Man Keon Clark (MIA) Adam Eastland (GS) Grant Hill (CHA) Johnny Taylor (MIA)
Best Defender Jason Williams (MIA) Robin Burton (WAS) Michael Dickerson (MIA) Michael Dickerson (MIA)
Rookie of the year Robin Burton (WAS) Devon Snow (ATL) Jason Williams (MIA) Jason Williams (MIA)
Campione NBA Heat def. Kings 4-2 All-Star Game East def. West 72-62 (Dickerson, 25))
Campione Western Kings def. Clippers NBA's Worst Team Golden State Warriors (7-75)
Campione Eastern Heat def.Nets  4-1 Marcatore Regular Season Antoine Walker (MIA) 20,60
Campione Pacific Sacramento Kings (66-16) Marcatore Play-Off Tim Duncan (SAC) 18,50
Campione Midwest Houston Rockets (45-37)

Best manager

New Jersey Nets
Campione Central Charlotte Hornets (53-29)
Campione Atlantic Miami Heat (75-7)